Hozro: materiali sulle arti visive a Genova







LOUIS SOUTTER


La biografia di Louis Soutter è marcata da un disagio esistenziale così profondamente e drammaticamente vissuto, da una sofferenza avvertita come sola (e terribile) verità da determinarne il ricovero in una casa di riposo per anziani a Ballaigues, nel Giura svizzero. Ed è in questo luogo (da cui frequentemente "fuggiva") che fra i cinquanta e i settant'anni ha realizzato la parte più significativa della sua opera artistica, un'opera in cui si riflette, come "negli atti di una passione" (Starobinski), la lotta solitaria condotta contro la disperazione, l'esperienza della "morte insinuata nella vita" attraversata da un individuo che, se rifiutava di scrutare fuori o attorno a sé, aveva tuttavia appreso - come ebbe a scrivere Le Corbusier che, essendogli fra l'altro cugino, lo conobe intimamente - a "guardarsi dentro".
I lavori esposti nella rassegna allestita presso l'Accademia Ligustica - alcuni dei quali già presentati l'estate scorsa a Villa Faraldi - abbracciano i tre periodi in cui si è soliti suddividere l'attività di Soutter, da quello dei quaderni (1923-30), forse il più rispondente a canoni compositivi tradizionali a quello "manierista" (1930-37) nel quale da un intreccio di segni, eseguiti per lo più a penna e talora incline all'ornamento, affiorano le immagini primarie del volto e della figura umana o temi in cui gli elementi del sacro e della carnalità si compenetrano, coe accade nel singolare "Bon Dieu", ove il corrugato volto divino cela un corpo femminile disteso.
Altri lavori, forse ancor più impressionanti, appartengono al periodo successivo (1937-42), durante il quale il progressivo affievolimento delle facoltà visive costringeva Soutter a dipingere (ad inchiostro od a guazzo) con le dita, appiattiti, primitivi profili in nero attorno a cui erompe, giallo, un sole o, rosso cupo, il sangue versato in un delitto/sacrificio.
Alla mostra, curata da Gianfranco Bruno, Viana Conti, Heidi Saxer Holzer e Roberto Verace, con il sostegno e la collaborazione della Fondazione Pro Helvetia, della Regione Liguria e del Comune di Genova, si affianca - utilmente - un quaderno edito dal Museo dell'Accademia Ligustica: ulteriori approfondimenti in merito alla figura di Soutter possono essere reperiti nel catalogo della mostra di Villa Faraldi, edito dalla Nuova Prearo.

s.r. (1986)






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