Hozro: materiali sulle arti visive a Genova





WALLY SERRA

La scissura che attraversa longitudinalmente i volti dei personaggi dipinti da Wally Serra palesa nell'evidenza di un tratto greve, marcato, il risvolto simbolico della sua pittura, che imprime nelle figure anonime, colte nella quotidianità dei loro gesti, la traccia d'una condizione tragica. A questo approdo l'artista sembra esser giunta attraverso un percorso che ha coinvolto sia la elaborazione della sua poetica sia aspetti più propriamente esistenziali. Già nella prima fase della ricerca, svolta sul crinale fra dimensione astratta ed affioramento figurativo, emergeva una considerazione del quadro come spazio, pur se non teatrale, atto a riflettere quel contrasto di forze che secondo l'interpretazione nietzschiana si pone all'origine della tragedia. "Posso dire - scriveva l'autrice nel presentare una mostra tenuta presso la galleria Il Punto nell'ottobre del 1982 - che nei miei lavori la forma ed il ritmo propri dell'apollineo sono rappresentati dai velari onirici chiari e dai telai e cornici abbozzati e determinanti piani e spazi, mentre il dionisiaco che è musicalità e tensione vitale è dato dal movimento, dalla forza del segno che incide la forma".
A ben vedere, nonostante la misura sorvegliata di queste composizioni, già vi si accennava l'intento di affrontare "il cammino nel profondo", di addentrarsi in "un terreno di forze contrastanti ed oscure": nel Tartaro ove, secondo l'immagine di Fink, la montagna incantata dell'Olimpo ha le sue radici. In questa esplorazione, dopo aver toccato la corda della concitazione parossistica (in special modo con le sculture in cartapesta e con le tre versioni di Genius loci, compiute nel 199?, ove gigantesche figure mostruose incombono sullo scenario metropolitano) è venuta in luce, da ultimo, una nota maggiormente concentrata. Senza rinunziare alle deformazioni ed alla violenza cromatica tipiche del vocabolario espressionista, senza estromettere le implicazioni simboliche, nelle opere più recenti (Re della notte; L'appuntamento; L'uomo in nero) Wally Serra ha fissato la sua attenzione su figure riconducibili ad un contesto ordinario: avvolte nel tono azzurro della notte o nel tepore giallo del giorno; riprese nel sonno o nell'atto di sfogliare un giornale. Ma con la fronte divisa, sempre, fra una parte illuminata e l'altra in ombra, separate come da una ferita che si manifesta nel contempo sutura, quasi una soglia tra futuro e passato, un confine tra volontà e destino. Una linea attorno alla quale si equilibrano "gli spaventi e le atrocità dell'esistenza" e la "splendente creazione di sogno". Forse un analogo della bocca, evocata da Nietzsche, attraverso cui "alla fine Apollo parla la lingua di Dioniso".

s.r. (1997)

 





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