Hozro: materiali sulle arti visive a Genova







I fogli di Mario Schifano

 

Artista mediatico, attento all’evolvere dei linguaggi della comunicazione di massa (il cinema, la pubblicità, la televisione, polemicamente definita “musa ausiliaria” della società contemporanea) e insieme pittore dal segno impulsivo e cromaticamente acceso; tempestivo cultore di esperienze multimediali, con il concerto-evento “Le Stelle” allestito a Piper di Roma nel ’67, e anticipatore della voga citazionista con la serie del “Futurismo rivisitato” e i prelievi da Piero della Francesca o Duchamp, Mario Schifano è stato, a partire dagli anni ’60 e sino alla scomparsa, avvenuta nel 1998, una delle figure centrali della scena artistica europea.

Una significativa documentazione del suo percorso, composto da cicli tematici realizzati con modalità espressive fra loro assai diverse, oscillanti fra la dimensione relativamente “fredda” dei primi monocromi e dei dipinti dedicati ai marchi della Coca Cola o della Esso e le polarità “calde”, visivamente esuberanti della sequenza delle “Palme” o dei “Best sellers”, viene proposta da Telemarket nella rassegna inaugurata ieri nella doppia sede del suo showroom genovese. A Palazzo Orsini (Via Roma 8/2) vengono presentate una ventina di tele storiche, di grande formato. Fra queste, sul versante freddo, spiccano un monocromo verde degli anni ’60, un omaggio di Schifano a “Car Crash”, celebre happening dell’artista pop Jim Dine (“Incidente”, 1963), animato peraltro da una stesura mobile e frastagliata, ed una tela emulsionata, forse la prima della serie incentrata sullo schermo televisivo, nell’occasione aggressivamente semicancellato dall’autore. A questi lavori fanno riscontro, su una direttrice calda, il sorprendente “Per esempio” (1988), un dipinto su carta millimetrata nel quale concitati tratti di colore sbozzano il ritratto, attorniato di simboli, di un amico, e l’onirico “La casa sola nel notturno”, immagine di un edificio allungato e sghembo incorniciato da un cielo d’insondabile oscurità.

Lo spazio di via Roma 61 R. (con ingresso anche da galleria Mazzini) è dedicato invece soprattutto ai “fogli” di Schifano, sorta di ideale quaderno in cui l’artista elaborava, con immediatezza, idee e intuizioni, campionando e trasfigurando inventivamente frammenti “dei gusti, della moda, delle tendenze tipiche” degli ultimi decenni, per costruire, attraverso queste sue peculiari “traduzioni mediatiche” – come osserva Giampaolo Paci nel catalogo edito da Giorgio Corbelli - “un racconto nel quale possiamo rivedere, ricordare, ciò che è stato il nostro passato recente”. 

                                        

s.r. (dicembre 2000)





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