Hozro: materiali sulle arti visive a Genova





Piero Gilardi - Liquid Breath - Installazione 1999


PIERO GILARDI: ACQUAVIRTUALE

Non si è tradotto in "terrore", contrariamente all'auspicio formulato da Germano Celant, e neppure in una metaforica "guerriglia" contro il sistema dell'arte ma (più pacificamente) nell'apertura di nuovi campi di ricerca, il "recupero del libero progettarsi" che il critico genovese notava - presentando nel 1967 la prima rassegna dell'Arte Povera alla Galleria La Bertesca - nei progetti di artisti come Boetti, Zorio, Fabro, Gilardi, Prini, Merz, Kounellis, Paolini, Pascali e Pistoletto.
Scomparsi alcuni fra questi, come Pascali e Boetti, canonizzati altri, come Paolini e Merz, attraverso una progressiva stilizzazione; oggetto di domestico oblio altri ancora (Emilio Prini, il più rimarchevole assente dalla mostra incentrata sulle pubbliche collezioni d'arte genovese in corso a Villa Croce), rimangono comunque figure che mantengono, attraverso la testimonianza di vita, l'opera e la riflessione teorica, la funzione di stimolo assunta più di trent'anni fa'. A rappresentarle, meglio d'ogni altro, è Piero Gilardi, che - dopo aver anticipato nella sua prima personale tenuta alla Galleria Sperone di Torino nel 1966 il trapasso fra la Pop Art e l'Arte Povera, mettendo a fuoco, nei suoi iperreali "Tappeti-natura" in poliuretano espanso, una situazione paradossale, dove la raffigurazione del dato di natura passa attraverso l'artificialità dei materiali e delle tecniche - ha abbandonato per più d'un decennio il circuito espositivo tradizionale per per dedicarsi ad un'esperienza trans-culturale, volta a ricongiungere l'arte alla vita. In quel periodo Gilardi si è impegnato nella contestazione dei manicomi, ha lavorato con gruppi giovanili, ha instaurato rapporti con popolazioni indigene dell'America Latina e dell'Africa, alla ricerca di nuove forme di creatività collettiva. Un elemento, questo, che continua a caratterizzare la sua attività anche dopo il ritorno al mondo artistico, avvenuto nel 1981, con ricerche orientate sul versante delle nuove tecnologie proprio in ragione delle possibilità interattive ch'esse offrono.
L'articolazione complessa del lavoro dell'autore torinese si riflette in una serie di iniziative che lo vedono coinvolto a Genova, nella giornata di giovedì primo febbraio: un incontro con il pubblico a proposito di "Arte e nuove tecnologie" al Cafè Mentelocale, la presentazione del volume "Not for sale. Alla ricerca dell'arte relazionale" edito sul finire dello scorso anno da Mazzotta e l'inaugurazione di un'ampia personale nelle due sedi della Galleria Il Vicolo in salita Pollaiuoli.
Al centro della rassegna una nuova sequenza di opere sul tema dell'acqua, evocato attraverso frammenti di spiaggia, minuziosamente simulati, ed una installazione, "Liquid breath" (realizzata in collaborazione con Riccardo Colella), in cui una cascata virtuale, proiettata da un apparato audiovisivo computerizzato si riversa su un agglomerato di tronchi. Non è però nell'esito visivo, per quanto intenso, che si esaurisce l'intento dell'artista. La sua attenzione si concentra sull'interfaccia bionica installata in una cintura che, indossata dal visitatore, regola il getto della cascata (e il suono) sul ritmo del suo respiro.
Un'esperienza forte sotto il profilo emotivo, anche se ancora "programmata". Ma l'obiettivo, individuato dall'artista in "una dimensione virtuale che esprima plurime potenzialità di modificazione del reale", è ormai a portata di mano.

s.r. (febbraio 2001)





HOME PAGE

ARCHIVIO ARTISTI

MOSTRE A GENOVA