Hozro: materiali sulle arti visive a Genova





BRUNO CASSAGLIA

INTRAPPOLARE L'AGILITA' DELL'ARIA


Un canto dorme in tutte le cose / che continuano a sognare / e il mondo inizia a cantare / sol che tu colga la parola magica.
Così suona una quartina di Eichendorff in cui si palesa la concezione romantica dell'artista-mago, disvelatore dell'essenza segreta delle cose, che esattamente risponde - mi sembra - alla poetica come ai procedimenti di Bruno Cassaglia.
Il quale, d'altronde, nelle sue aspirazioni rassomiglia singolarmente al Taugenichts eichendorffiano, al Perdigiorno errabondo con il suo svolgimento attraverso valli e campagne felici schizzate da Klee e da Mirò, dove di lontano si scorgono turriti castelli od accade di far la posta ad esemplari d'una fauna estrosa (un fenicottero a dondolo, fra gli altri); di andare, con fiduciosa improntitudine, in traccia d'un plenilunio.
In quei paraggi è possibile - ancora - praticare l'arte senza premeditazione, secondando un'esigenza fine a sé stessa, mostrandosi curiosi di piccole cose finite: un'asse dipinta d'azzurro, un muro scrostato, il battente d'una porta - sottratte da un'istantanea clandestina ad una cornice prosaica e restituite con un gesto (una semplice velatura, talvolta) alla pienezza.

s.r. (1986)

 

 

SULLE TRACCE DI UN PLENILUNIO

Divenuto, nell'arco di un solo anno, punto di riferimento non secondario per i giovani artisti operanti a Genova e per la critica attenta all'insorgere di nuovi fenomeni, lo spazio della Sezione Arti Visive del Circolo BNL riprende l'attività con una personale di Bruno Cassaglia, artista savonese attivo già da qualche anno, che presenta una serie di tecniche miste dal titolo "Sulle tracce di un plenilunio". In questi lavori Cassaglia si accosta al tema del "notturno", legando uno spunto fotografico ad un intervento pittorico che ne volge il realismo in una dimensione fantastica e lunare.
Come scrive nella presentazione Stelio Rescio, Cassaglia "si muove su un registro dove gli scarti sono minimali… Stesura di colore su un'originaria presenza (fotografica n.d.r.) che è memoria della figura più che suo riscontro oggettuale. Una presenza che, già all'inizio, è data come incertezza e precarietà".

s.r. (1986)

 

I GIOCATTOLI DEL MAGO

Nel titolo di questa esposizione risulta felicemente sintetizzato - attraverso l'associazione dei tratti che forse più profondamente lo caratterizzano: l'aspetto giocoso, di allegro e gratuito azzardo, e quello "magico", di ricerca di un'espressività in qualche modo incantata - l'atteggiamento in cui Bruno Cassaglia si pone verso la creazione artistica.
E', la sua, un'operazione intesa ad illuminare con strumenti minimi (un segno sottile che circonclude la figura; il colore modulato in un succedersi di sfumature) squarci di un paesaggio poetico abitato da animali e personaggi incongrui le cui sembianze, talora definite da un semplice profilo (Lassù, 1986), pervengono in alcuni casi (Homoblù, 1987) a dissolversi nella superficie pittorica, riconoscibili non più che in un accenno: il balenare d'un occhio; la curva della fronte.
L'immaginazione pare impegnarsi, qui, in un quieto forcing, volgendosi ingenuamente ad imprese chimeriche: la attura d'una stella o l'invenzione dell'arcobaleno; praticando un silenzio ove diviene possibile "sognare di essere sognati".

s.r. (1987)





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