Hozro: materiali sulle arti visive a Genova






ANGELA CARRAVIERI

Accanto al delinearsi di una nuova attenzione verso le proble- matiche di matrice concettuale (al cui riguardo vanno segnalate le installazioni di Claudio Ruggieri programmate per il prossimo luglio presso lo Studio Gennai di Pisa ed Ocra/Ufficio a Sarissola) uno fra gli elementi caratteristici dell'attuale condizione della ricerca artistica può identificarsi in un'esigenza di integrazione fra linguaggi artistici differenti.
Questo recupero della logica intermediale che il richiamo alle tecniche tradizionali, tipico dei primi anni '80, aveva offuscato, sembra contrassegnare manifestazioni distanti le une dalle altre come l'esposizione di recente tenuta da Franco Arena e Antonella Spalluto alla Loggia di San Sebastiano, ad Ovada, il cui titolo ("Interazioni") fa esplicito riferimento ad un dialogo instaurato fra discipline differenti,quali - nel caso specifico - fotografia e pittura, o gli environments proposti di recente da Giorgio Cattani allo Studio Ghiglione e da Maurizio Camerani alla Polena.
L'esperienza che qui viene proposta nasce non da un'esplorazione delle proprietà linguistiche del medium elettronico bensì da una reazione contro l'unidirezionalità del flusso di immagini e significati veicolati dall'apparecchio televisore; una reazione che grazie agli stimoli emotivi del vissuto, della memoria, riesce a "distrarre" lo strumento dalla funzione comunicativa ordinaria, ad intuire - al di là degli stereotipi vigenti - le potenzialità di piacere e di gioco che vi sono occultate.
L'intervento iniziale è costituito dalla sovrapposizione di un cartone, attraversato da una miriade di piccolissimi buchi o solcato da uno o più tagli, allo schermo, una sorta di "filtro" che trasforma le immagini, riproponendole "alleggerite dal loro significato pubblico".
La freschezza insita nella casualità dei primi risultati (esemplificata in un video-collage di spezzoni pubblicitari, peraltro già in qualche misura elaborato, realizzato con Gianfranco Pangrazio) non decade con l'emergere di un'aspirazione al con trollo globale dell'immagine che si manifesta in altre sequenze costruite direttamente in grafica computerizzata su basi musicali assai diversificate (dalle composizioni "informatiche" di Roberto Doati, alle ironiche scorribande dei Melodrama for Flowers, a Debussy).
In tal modo il "procedimento di manipolazione", originariamente "tutto esterno al video", perviene - come nota Enzo Cirone nel testo introduttivo alla rassegna - a modificare, con un caratteristico effetto di ritorno, il sistema che l'ha prodotto, distorcendo "la sua matrice elettronica per restituire un'emozione che supera la gabbia delle 625 linee pur mantenendone intatta la funzionalità.

s.r. (1988)





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