Hozro: materiali sulle arti visive a Genova







EDOARDO ALFIERI

A due mesi dall'inaugurazione della sua antologica, in cartellone a Villa Croce per il mese di maggio, Edoardo Alfieri è scomparso, dopo lunga malattia, in una clinica di Sanremo.
Nato a Foggia nel 1913 da famiglia piemontese, lo scultore ha per vissuto sin dall'infanzia a Genova, dove si è formato alla scuola di Guido Galletti, per perfezionare poi la preparazione artistica a Milano, all'Accademia di Brera, dove ebbe insegnante Francesco Messina. Dopo un precocissimo esordio espositivo (a sedici anni già era presente alla prima Sindacale genovese dove ottenne il Premio del Rotary Club) e una breve tappa tra le fila del gruppo futurista Sintesi, Alfieri trova la prima consacrazione con la personale tenuta nel 1939 alla Galleria Genova, presentato da uno dei critici di punta dell'epoca, Duilio Morosini che individuava nella sua scultura richiami espressionistici.
Negli anni del dopoguerra l'artista inizia nei licei artistici genovesi un'attività didattica che proseguirà dal 1969 nelle aule dell'Accademia Ligustica. Risulta vincitore nel concorso per la realizzazione degli altorilievi del Palazzo della Provincia a Genova (1954); l'anno successivo riceve l'incarico per la statua di Colombo donata dal Comune di Genova alla città di Columbus nell'Ohio. Nel 1956 è invitato alla Biennale di Venezia (dove gi aveva esposto nel 1940, nel '48 e nel '50) con un'ampia sala personale.
In quegli anni Alfieri riflette sulla lezione di Picasso e di Moore, per passare poi a soluzioni improntate ad una sorta d'arcaismo (documentate dal celebre "Guerriero" del 1956). All'inizio del successivo decennio si apre un breve momento astratto, cui appartengono opere come la "Tomba Mele" a Staglieno (1962) ed il bassorilievo "Furor Mathematicus" (1964).
Già alla metà di quel decennio lo scultore ritorna alla figuratività, trattando con frequenza tematiche religiose. In quest'ambito riveste particolare rilievo il prolungato lavoro per la chiesa di Avilla di Buia (in Friuli), dove ha installato numerose opere ed arredi.
L'ultima personale genovese risale al 1984 (Circolo "Le Prigioni"), mentre l'anno seguente realizzava a Sestri una stele commemorativa. Alla sua opera Roberto Masetti ha dedicato un intenso studio nel volume "La scultura a Genova e in Liguria. Il Novecento" curato nel 1989 da Franco Sborgi per la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.

s.r. (1998)





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